"Forse tutto quanto è solo perché non mi sono mai abituato a questo silenzio, al buio, alle case vuote, alle finestre chiuse. Perché ricordo quelle case quando erano abitate. Ricordo entrarci dentro come si faceva nei paesi: bussando per cortesia e poi tirando la maniglia della porta aperta, affacciarsi e chiedere ad alta voce “è permesso?”. E poi salutare ed essere accolti."
Siamo Claudia, Costanza, Claudia, Tommaso e Lorenzo, rispettivamente un’illustratrice, un’art director, una photo editor, uno scrittore e un fotografo, ed insieme abbiamo deciso di raccontare questo paese “che non esiste”.
Entrare dentro ad un paese, di notte, accendere una candela e con quella scoprire cosa si cela nelle terre di San Giovanni delle Contee.
Lo scopriamo noi per primi, abitanti di una città, ignari di cosa significhi appartenere ad un paese.
Scoprire la stagionalità, la lentezza, la ripetizione delle giornate, le persone e le vie che lo abitano, il profumo delle foglie bagnate e di quelle secche. Girare l’angolo e trovarsi dentro ad una cantina scavata nel tufo, catturati dall’odore di erba e legno e dal fresco di un luogo che il sole non lo ha mai visto se non attraverso gli occhi delle persone che vi entrano.
"Forse tutto quanto è solo perché non mi sono mai abituato a questo silenzio, al buio, alle case vuote, alle finestre chiuse. Perché ricordo quelle case quando erano abitate. Ricordo entrarci dentro come si faceva nei paesi: bussando per cortesia e poi tirando la maniglia della porta aperta, affacciarsi e chiedere ad alta voce “è permesso?”. E poi salutare ed essere accolti."
Siamo Claudia, Costanza, Claudia, Tommaso e Lorenzo, rispettivamente un’illustratrice, un’art director, una photo editor, uno scrittore e un fotografo, ed insieme abbiamo deciso di raccontare questo paese “che non esiste”.
Entrare dentro ad un paese, di notte, accendere una candela e con quella scoprire cosa si cela nelle terre di San Giovanni delle Contee.
Lo scopriamo noi per primi, abitanti di una città, ignari di cosa significhi appartenere ad un paese.
Scoprire la stagionalità, la lentezza, la ripetizione delle giornate, le persone e le vie che lo abitano, il profumo delle foglie bagnate e di quelle secche. Girare l’angolo e trovarsi dentro ad una cantina scavata nel tufo, catturati dall’odore di erba e legno e dal fresco di un luogo che il sole non lo ha mai visto se non attraverso gli occhi delle persone che vi entrano.